Sul suo lavoro, disse:
« Avrei potuto fare molto di più,fare molti più lavori e sviluppare più immagini, ma avevo anche il desiderio di dire ciò che sentivo sulla vita. Cose semplici come una piccola immagine nella finestra o l’ angolo dello studio o una vecchia stufa in cucina, mi hanno sempre affascinato. Sono vivissime, questi fiori e prati con la rugiada su di loro. Stieglitz diceva sempre “Che cosa hai da dire?” Io penso che in pochi casi io ho detto poche cose, espresso come mi sentivo, cercando di mostrare l’ orrore della povertà o la bellezza delle persone di colore. Penso che in fotografia, ciò che hai fatto è ciò che avevi da dire. In ogni cosa questo è stato il messaggio della mia vita, una semplice zuppa, quando sei con qualcuno che ami,vedere un cervo venire a bere o mangiare al fienile, mi piacciono cose come queste. Se potessi fare una vera, tranquilla fotografia, lo preferirei di molto ad avere molte risposte. »
Consuelo Delesseps Kanaga (Astoria, 15 maggio 1894 – Yorktown Heights, 28 febbraio 1978), donna, fotografa con la passione di ritrarre persone afroamericane, appartenente al gruppo fotografico f/64.
Si è già detto tutto.
Donna, quindi coraggiosa ed intraprendente, sola contro tutti, avversa ad un universo maschile che occupava, agli inizi del 900, tutte le categorie professionali.
Fotografa, quindi fortemente calata in un ambito chimico tecnologico d’immagine, comunque di prevalenza maschile.
Con la passione di ritrarre persone afroamericane. In quei tempi? Sicuramente non un progetto qualsiasi.
Appartenente al gruppo fotografico f/64….ci sarebbe da dire molto. Di sicuro ci muoviamo in un ambito controtendente, una preferenza di linee certamente non morbide ed accomodanti, bensì decise, nitide, ferme, potenti.
Da tutti questi contrasti, dalla mano della “regina dei meno noti”, nascono ritratti come questo…. Ancora una volta, dai contrasti nasce l’idea, dalle difficoltà lo stile, dalla paura il coraggio. Che foto!