quinteffetto.it – un blog di fotografia – alle mostre
Il tempo è memoria. La memoria è nel tempo
Guardare al passato come strumento d’analisi del presente e di costruzione del futuro. link della mostra
Pochi giorni ancora, e ricorrerà il giorno della memoria, non c’è occasione migliore per visitare una mostra come questa, in grado di raccontare con l’occhio di un fotografo della mia città, un periodo tanto tragicamente vergognoso della storia di questa brutta umanità.
Entro a visitare la mostra.
Invidio Gianluca Saggin per i suoi viaggi, lo invidio per l’occasione fotografica. Mi preparo all’ascolto. So già che vivrò un contrasto emozionale, tipico di un fotografo di fronte ad una foto.
Una mostra fotografica dal chiarissimo attaccamento a quel puro dovere di cronaca che, tristemente, rispetta il patto stretto con la verità storica. Fa male, non fa sconti, non perdona. Toglie il fiato.
Certamente interpretata da un fotografo con un tocco delicato, non esibizionista, Saggin non utilizza la fotografia per impressionare, attirare l’attenzione su di se. Semplice, diretto, quadrato, lineare, vero. Come quando fotografa le ombre, sembra voler portare un messaggio non troppo violento e direttamente sconvolgente, ma presentissimo, un particolare visto con “la coda dell’occhio”, ma pesante come un macigno.
Le foto sembrano portare l’osservatore sulla linea d’inizio dell’immaginazione, l’inizio di un ragionamento che si farà spazio da solo, senza necessariamente mostrare tutta la crudezza del tema.
Non è questa l’occasione di chi cerca la fotografia artistica, il nuovo linguaggio d’immagine o l’avvenire dello scatto spettacolare. Qui si parla di storia, si narra, si racconta in modo confidenziale e per nulla esagerato, un angolo nascosto della memoria di chi c’era e di chi ha sentito raccontare, ha finora immaginato, o ha semplicemente provato a farlo.
La fotografia in bianco e nero sembra avere questo effetto, un ricordo sbiadito che, però, ha un contenuto ben definito, limpidissimo. Efficace.
Mostra consigliata.