quinteffetto.it – un blog di fotografia – alle mostre
Le città venete si tingono di fascino nelle fotografie di Alberto Nascimben e se la notte può avere un colore, l’unico linguaggio fotografico in grado di rivelare l’atmosfera notturna delle città è il bianco e nero. link della mostra
Sabato pomeriggio, pigrizia da vendere, ma è un peccato rifiutare di vivere “piccole avventure di città”. Esco, c’è la mostra di Alberto Nascimben.
Avventura, si, lo è stata, e non mi riferisco alla difficoltà di parcheggiare in una città freneticamente impegnata a “fare qualcosa” il sabato pomeriggio, o all’improbabile follia di accaparrare un parcheggio in un sabato in saldo. Avventura è la capacità di affrontare quel brutto scoglio del “quaderno dei visitatori”, posto così drammaticamente all’ingresso della mostra. Stupido io, che distrattamente poggio un dito inconscio sull’angolo in basso della pagina semivuota che mi si presenta, e giro, sfoglio. Angoscia. Pentimento. Non dovevo farlo.
Sfoggiando un’eleganza che mi appartiene molto più di quanto non caratterizzi l’intelligenza di chi ha scritto a gran lettere “DIVANI SPORCHI!” su quel pesantissimo diario, direi che la mostra non è piaciuta granchè, critiche a cose che non capisco, critiche a cose che capisco, critiche velate e critiche talmente esplicite da togliere il fiato, ma ho imparato una cosa: dovessi mai esibire le mie foto in una mostra, mai e poi mai sottoporrei il mio lavoro al giudizio anonimo di un diario. (A dire il vero, quasi tutte le critiche erano firmate….ma in questo caso una firma non serve, se non vedo in faccia la persona che scrive).
La mostra – La mostra si trova in un ambiente bianchissimo dall’architettura geometricamente perfetta, linee ed intrecci che ti fanno venir voglia di ordine, pace, silenzio. Bene, ti predispone all’ascolto.
Guardo con attenzione le foto esposte. Si tratta di immagini in bianco e nero, scattate in analogico e stampate senza ausilio digitale, ma con l’ausilio di tecnica tipolitografica. Che voglia….prendere la vecchia analogica…e via… Ringrazio tra me e me per lo spunto, l’idea. Si tratta di “paesaggi urbani” notturni, delle città del veneto. L’idea è quella di ritrarre “il colore della notte” tramite queste foto, tutte in bianco e nero, davvero una grande ambizione artistica.
Non so perchè, ma il mio istinto scarta istintivamente alcune foto, sono circa una quarantina, e mi chiede di soffermarmi su altre. Mi allontano, mi avvicino, guardo, scruto, osservo assolutamente trascurando la didascalia che indica la città rappresentata. Non che mi interessi molto, in effetti, sono qui per il valore fotografico, una città o l’altra, ora, non fa differenza.
Ora la scelta diventa sempre più selettiva, cerco quel punto in comune.
Non lo trovo.
Ho vissuto tante e poi tante notti, per vari motivi, immerso nella città. Ho contato tante ore nel buio delle strade, aspettato molte albe, osservato così tante volte le città svegliarsi dal torpore dell’oscurità, che proprio non riesco, con queste foto, a ritrovare un concetto.
Per me la notte non ha un colore. La notte ha molti suoni, odori, luci, ma colori no. Fatico quindi a ritrovare quel particolare “colore” che Nascimben voleva rappresentare in queste immagini. Purtroppo questo è un problema mio, lo riconosco. Le inquadrature sono tutte perfette, accurate, decise, rappresentano uno stile fotografico indiscutibile. Ma il bianco e nero non mi fa riconoscere quelle emozioni, quegli spazi e quelle caratteristiche che ho negli occhi.
Magicamente poi mi riconosco in un particolare, succede osservando un paesaggio notturno a Venezia. Non è per il colore della notte, ma sento nella mente un suono, uno di quelli che riecheggiano e ti danno il conforto di una musica che conosci. Sento dei passi, il ritmare di quello scalpitìo che riecheggia nel sottoportico, rapido e frenetico, come di chi cerca nella notte, l’idea giusta. E poi un “CLICK”, netto, deciso, definitivo.
Doveva essere una mostra fotografica. Mi ha portato fin qui. Non ti conosco di persona ma…grazie Alberto Nascimben. Sei coraggioso.