“Se si perdessero tutte le mie foto e io fossi ricordato solo per Il ponte di terza classe, sarei soddisfatto”
(Alfred Stieglitz, autore di “the steerage”, foto del 1907)
Che sia vera o no la storia di questa fotografia, quel che resta assolutamente sbalorditivo è il rapporto ancora una volta vivissimo tra fortuna, occhio, preparazione, casualità e concettualità. Di certo un artista deve anche saper scegliere i propri lavori e proporli nel giusto istante o luogo.
Questo è un capolavoro facente parte della fotografia pittorialista del 1900, movimento creato proprio da questo fotografo che, per motivi solo a lui noti, tenne nascosta questa immagini per più di 3 anni, prima di rivelarla agli occhi del mondo.
Scientifica, perfetta, bellissima, concettuale, sibillina.
Gli occupanti del ponte di terza classe, escono a prendere aria, durante una traversata transoceanica, Stieglitz, presente durante la navigazione, coglie l’attimo, corre in cabina a prendere i propri strumenti e decide di scattare questa fotografia.
Con l’aiuto della luce, scrive un paragone tra un cappello bianco, punto focale della parte superiore dell’immagine, ben compreso dalle linee guida della passerella e del boma della nave, ed un punto focale bianco e luminoso della parte inferiore. Il primo ritrae una movenza rilassata, sicura, elegante, il secondo, invece ritrae uno sguardo più provato, turbato, forse speranzoso.
Due cuffie bianche appaiono parallelamente sia sopra che sotto, due bimbi che sembrano coincidere ad arte con la fine della passerella, come a rappresentare un bimbo fortunato, già arrivato, e della scaletta, come a rappresentare un cammino in salita ancora da affrontare. Due bimbi nati in mondi apparentemente diversi. Due bimbi collocati nel punto giusto.
Ma la cosa che mi colpisce, aldilà delle linee guida e dell’analisi tecnica dell’immagine, è lo spirito quasi rivoltoso di chi sembra voler rappresentare la classe più ricca ed elegante tra due linee che la “rinchiudano”, noto una sorta di ordine, di geometria, di classificazione standard, contrapposta al caos, al disordine, alla libertà di chi viaggi sognando, in modo libero e disordinato, povero ma felice, affaticato ma speranzoso.
Lo sguardo cade quasi istintivamente sul signore con la paglietta bianca, di cui non riconosciamo il volto, il signore che sta (forse) fumando, o accendendo la propria sigaretta, il più sicuro, elegante, forse annoiato viaggiatore di una nave così entusiasticamente ricca di sentimenti…..
Sarà la primavera, ma come viaggiano veloci i pensieri…..